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IN MY BED              I'M MY GURU

PERFORMANCE ESCATOLOGICA

MANTRALANDSCAPE

“IN MY BED I’M MY GURU” è l’offerta dell’atto meditativo di un uomo ad un luogo e agli esseri che lo attraversano. L’offerta di un tempo, e di un’inversione di direzione dello sguardo: da fuori a dentro di Sé. L’opera installa uno spazio dove è possibile sostare e captare un centro nel quale ascoltare il fluire di un elenco di “mantra” rilevatori della natura umana. È il tentativo di edificare un ponte istantaneo tra Vita e Morte, frutto dell’urgenza di “stare” e accogliere il flusso di una Verità Eterna attraverso un’esperienza che necessita una via alternativa di fruizione. L’uomo prima dell’azione, prima di ogni decisione, ri-conosce la propria natura navigando ad occhi chiusi nella tempesta perfetta all’interno dei suoi confini mentali e corporei.

Il testo-materiale della creazione è tratto da “Quando incontri il Buddha sulla strada, uccidilo//Il pellegrinaggio del paziente nella psicoterapia”, di Sheldon B. Kopp, e più precisamente dal suo epilogo “Elenco escatologico della biancheria: un elenco parziale delle 927(o erano 928?) Verità Eterne”. Il trattato di psicoterapia di Kopp sostiene, seguendo la scia dorata di alcune delle grandi tradizioni spirituali d’Oriente, l’identificazione del proprio Guru -il proprio maestro- con Sé stessi.

Secondo l’interpretazione della tarda Advaya tāraka Upaniṣad (14-18), il termine Guru origina dalle radici GU (“oscurità”) e RU (“svanire”), significando quindi “Colui che disperde l’oscurità”. 

“My Bed” per la sua prima edizione è stato un letto di un ex-ospedale psichiatrico (Teramo, ex Ospedale Psichiatrico S.Antonio Abate.11-14.09.2015), luogo della cura e della morte, del riposo e dell’incubo: terreno del farsi orizzontali, del sovvertimento delle dinamiche gravitazionali, in cui ho deciso di sedermi, e creare una zona limite – tra il principio e la fine – sotto l’oscillare di un revolver d’oro, icona di una possibile trasmutazione alchemica (nel caso specifico, grilletto interiore tra la “sanità” e la follia). Ho avuto l’opportunità di ri-abitare questo spazio per poco più di 3 giorni, e di performare un totale di 30 ore. 1529 sono stati i visitatori: esperienze naturalmente diversissime tra di loro che hanno intimamente inciso la vita della performance, perché chi visita l’installazione ne diviene, abitandola, una parte viva, generando geografie energetiche ogni volta nuove e spazi visibili e invisibili sempre in mutaSento. 

L’opera viene commissionata dal CuparArts Festival in Scozia. “IN MY BED I’M MY GURU” riabita per otto giorni una stanza del County Building della città di Cupar per l’intera durata del Festival.(Cupar, 18-25.06.2016)

“IN MY BED I’M MY GURU” viene installato nel Borgo di Carinola per LunarteX, all’interno di un’antica corte del borgo.(Carinola, 06.08.2016) 

L’otto settembre 2016 l’opera viene invitata per inaugurare la prima edizione di °Bad Peace° all’interno di Short Theatre11 a Roma, Macro LaPelanda.

L’azione di questa mia opera è un’azione rivoluzionaria – scelgo questa parola perché risuoni più forte la sua radice etimologica di “rivolgimento, ritorno” (in questo caso a Sé stessi, dell’uomo verso l’uomo): una pratica antica e tutta umana, con la quale desidero contaminare paesaggi diversi, connettere le potenzialità di questa mia azione alla storia di un luogo nuovo che contiene nuova memoria, nuovi attraversamenti, nuovi climi. Vivo “IN MY BED I’M MY GURU” come un nucleo fortemente in progress– un’organismo la cui anatomia si arricchisce di volta in volta dei tratti del tempo in cui va ad accadere e dell'ambiente in cui avrà l’opportunità di sorgere. 

 

PierGiuseppe Di Tanno 

La documentazione foto/videografica è stata curata da Brì Di Tanno

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